Quando la Tate Modern, uno dei musei d’arte contemporanea più famosi, inaugurò la Turbine Hall, chiamò un’artista donna: Louise Bourgeois (Parigi, 1911-New York, 2010). Una che aveva dovuto fuggire da Parigi a New York per fare l’artista, e che avrebbe, nella sua intera indagine visuale, affrontato, smascherato e raccontato gli spettri e gli scheletri della sua educazione tradizionalista e sessista: una madre ingombrante, un padre emotivamente assente, una sorella sottomessa e remissiva, un fratello maschilista e aggressivo. Aveva sposato uno…